L'ORRIDO DI BOTRI

IL CANYON TOSCANO

L'Oasi di Botri è ubicata nella Media Valle del Fiume Serchio, alle origini del Torrente Fegana, che del fiume Serchio è affluente di sinistra. Si tratta di un ampio teatro montano, delimitato da Nord dal Crinale Appenninico che dal Monte Rondinaio(m.1964) porta a Borra al Fosso (m 1806) per scendere a Foce a Giovo (m 1711) e risalire quindi per Femmina Morta (m 1881), all'Alpe Tre Potenze (m 1940), sopra la Foce di Campolino (m 1862). Da questo punto il confine sud est segue il displuvio del Contrafforte che costeggiano Diaccio al Bosco scende nei pressi di Fontana a Troghi dove, alle origini del Rio Trafossi, si dirige ad est fino ad includere il Balzo dell'Osteria per risalire quindi verso Monte Mosca, alle origini del Rio Piaggione, fino a raggiungere le Focette e da qui, deviando verso Sud Ovest al di sopra dell'Albereta di Montefegatesi, scendendo al Fegana, a valle di Ponte a Gaio (quota 700 m s.l.m.) per risalire al Colle all'Altare, dove percorre il contrafforte e arriva al Monte Rondinaio.

L'Oasi Naturale dell'Orrido di Botri è stata creata nel 1993 ed è compresa tra i Comuni di Bagni di Lucca e Coreglia Antelminelli ed ha una superficie complessiva di ha 2005. Essa comprende la Riserva Naturale dell'Orrido di Botri e i territori limitrofi per garantire alla Riserva Naturale un territorio contiguo protetto.

La Riserva Naturale è stata costituita nel 1971 (D.M. 26/07/71) allo scopo di preservare l'integrità di questi ambienti selvaggi ed affascinanti. La superficie complessiva del Territorio è di 286 ha, nel Comune di Bagni di Lucca, con un altitudine che varia dai 600 m. s.l.m. di Ponte a Gaio, vera porta d'ingresso della Riserva Naturale, ai 1400 m. s.l.m. dei bordi rocciosi più elevati sotto la cima del Monte Mosca. L'Orrido di Botri che è totalmente compreso nella Riserva Naturale è un canyon formato dai Torrenti Mariana e dal Torrente Ribellino e del Torrente Pelago, che si forma dall'unione dei Torrenti Mariana e Ribellino; che nei tempi hanno sgretolato la roccia dura di natura prevalentemente calcarea. Nell'ambito di rocce così compatte, l'azione erosiva si è esplicata nei punti di frattura e nelle faglie, creando così la struttura del Canyon. La rapida erosione e la rigidità delle rocce hanno così consentito la formazione di pareti quasi verticali.

L'Orrido di Botri è percorribile solamente d'estate, nei giorni di bel tempo accompagnati da guide autorizzate per un percorso fisso che non segue un vero sentiero ma costeggia il Torrente Pelago, passando sui sassi o sulle rive e a volte passando nell'acqua che in alcuni punti (esempio: guadina) è obbligatorio. Per escursionisti esperti autorizzati in specifico dal Corpo Forestale dello Stato è possibile andare oltre i percorsi fatti dalle guide, ma man mano che ci si addentra nell'Orrido di Botri aumenta la pericolosità e il rischio di farsi male anche molto seriamente.

Il clima dell'Orrido di Botri
Il clima è influenzato dalla notevole altitudine e dalle esposizioni molto varie (la testata della valle a Sud, ma i contrafforti e le diverse convalli sono diversamente orientati) nonché dalle pendenze dei versanti. In linea generale, si tratta di un clima temperato freddo, caratterizzato da elevata piovosità (in media 1800 mm. l'anno), prevalentemente concentrata nel periodo autunnale e primaverile, anche se non trascurabili sono le precipitazioni estive. Le precipitazioni nevose sono notevoli alle alte quote, dove il manto nevoso può raggiungere anche 2 o più metri d'altezza. Minore tuttavia è lo spessore nevoso e la sua permanenza sul terreno alle quote inferiori, nelle posizioni meglio esposte e dove le pendenze si fanno più accentuate. Tale permanenza sul suolo oscilla in media fra le 60 e le oltre 150 giornate l'anno.

La flora dell'Orrido di Botri
Visto il clima dell'ambiente molto diverso da quello dell'ambiente circostante ne risente anche la flora dell'Orrido di Botri, tipico di questa situazione è il Faggio che normalmente cresce e si sviluppa sopra i 1000 m s.l.m. ma nella zona dell'Orrido si trova ai 600 m s.l.m. ed il Leccio che normalmente si trova ai 600 m s.l.m. e invece nell'Orrido si trova ai 1000 m s.l.m. (inversione climatica)

La fauna dell'Orrido di Botri
Precedentemente all'istituzione dell'Oasi e della Riserva Naturale la caccia era permessa e dunque c'è stato una caccia indiscriminata e incontrollata a tutte le specie cacciabili riducendole di numero, fino a farle scomparire. Con l'istituzione della Riserva prima e dell'Oasi in un secondo momento è stata posta sotto controllo la caccia e sono state reintrodotte delle specie già presenti oppure si è tentato dove l'habitat lo permetteva l'immissione di specie come ad esempio il Daino che introdotto 15 anni fa dalla Tenuta Presidenziale di San Rossore ed introdotto, circa 15 anni fa, è riuscito ad ambientarsi, permettendo nella densa vegetazione del bosco misto a latifoglie.

Altro animale di particolare interesse è il capriolo che fino al secolo scorso popolava le foreste dell'Alta e Media Valle del Serchio, poi distrutta dall'accanita persecuzione dell'uomo e ricomparsa nel territorio di Botri da circa 20 anni, proveniente dalle foreste abetonesi, non ha avuto alcuna difficoltà ad ambientarsi grazie all'estensione e alla varietà dei boschi e all'altenarsi di questi con praterie e piccoli coltivi di montagna.

L'aquila reale da tempi immemorabili nidifica in un punto inaccessibile e ben protetto dalle rupestri pareti dell'Orrido da cui si diparte verso i vasti anfiteatri montani, fino al Monte Cimone, per catturare e trasportare al nido le prede.

Nell'Orrido di Botri è interessante la presenza delle Capre selvatiche che sfuggite dai pastori si sono abituate a vivere allo stato brado all'interno dell'Oasi, creando qualche pericolo per la caduta dei sassi nel canyon, visto che le capre stanno spesso sul ciglio dell'Orrido e spostandosi possono fare cadere i sassi presenti sul ciglio dell'Orrido.

Il cinghiale ha un corpo tozzo, pelle spessa e resistente, coperta da una lanugine bruna, a da lunghe setole grigio rossiccie, muso appuntito con grugno mobile, ha 44 denti, orecchie erette, occhi piccoli e coda sottile. La presenza di quest'ultimo è in forte aumento è la crescita della sua popolazione sta danneggiando le praterie naturali ed i coltivi. Nonostante che la caccia sia consentita nell'area a regolamento specifico è sicuramente un mezzo limitativo, ma non sufficiente per stabilizzare la popolazione dei cinghiali.

La marmotta e il lupo stanno ricomparendo all'interno dell'Oasi. Altri animali interessanti sono la martora, il tasso e la puzzola.

Interessanti sono anche molte specie di uccelli che hanno preso residenza dentro il canyon e nella zona circostante come: il falco pecchiaiolo, il merlo acquaiolo, la poiana, il gufo reale, la ballerina gialla, il codirosso spazzacammino, il culbianco, il picchio muraiolo e la rondine montana. Da qualche tempo si è notato all'interno dell'Orrido anche la presenza dell'istrice. Interessante è la presenza nelle acque dell'Orrido di Botri della trota fario e del tritone.

Per visitare l'orrido rivolgersi a la "Cooperativa Orrido di Botri" tel : 0583 80 90 81

Immagini di Botri  Montefegatesi